Di Sandro Benini, Tages-Anzeiger, 09 gennaio 2020
Oggi sono soprattutto ricercatori, giuristi e medici che si trasferiscono in Svizzera dall’Italia – e considerano Zurigo la città perfetta. Vi proponiamo qui la traduzione italiana dell’articolo di Sandro Benini apparso il 4 gennaio 2020 sul quotidiano Tages-Anzeiger.
Da più di mezz’ora, Elena Osto e Alessandro Tulli sono seduti in una pizzeria zurighese e non è ancora stata pronunciata una parola positiva sull’Italia. “È terribile come il mio Paese stia perdendo il suo potenziale intellettuale”, dice la donna, 42enne cardiologa e ricercatrice all’ospedale universitario di Zurigo. “L’Italia è una nazione in declino”, le fa eco il suo coetaneo giurista presso una grande compagnia di assicurazioni.
Tornare in Italia per Natale, visitare la famiglia, incontrare vecchi compagni di studi – questo sì. Ma ritornare definitivamente? “Solo se la situazione migliorasse di molto”, risponde Elena Osto che, dopo aver completato un soggiorno di ricerca di un anno e mezzo a Zurigo nel 2005, ha deciso di emigrare in Svizzera una volta conseguita la laurea in medicina, ottenendo in seguito anche la naturalizzazione.
“Ma la situazione non migliora, anzi, è il contrario”, dice Alessandro Tulli, che abita a Zurigo da oltre 10 anni. Padre di due figli, la sua procedura di naturalizzazione è ormai completata e non solo parla bene tedesco (come Osto), ma ha anche un talento per il dialetto zurighese.
Osto e Tulli appartengono a una nuova generazione di immigrati italiani che differisce parecchio da quella degli anni ’60 e ’70. In quell’epoca arrivavano soprattutto persone che lavoravano nelle fabbriche, nei cantieri edili, nella ristorazione e nel settore alberghiero.
È vero che lo storico e specialista di migrazione Toni Ricciardi, che insegna all’Università di Ginevra, fa notare come sia aumentato considerevolmente non solo il numero di immigrati altamente qualificati, ma anche quello di persone con un basso livello di formazione. Tuttavia, circa il 40% degli immigrati registrati presso il consolato italiano di Zurigo dichiara di aver completato gli studi universitari o almeno il liceo.
Questo non può essere verificato. È comunque significativo che nel XX secolo la maggior parte della diaspora italiana venisse dal sud della Penisola, mentre oggi la regione di origine più rappresentata è la Lombardia, con le sue molte università e il suo settore terziario sviluppato.
Una vita di incertezze
Alessandro Tulli non è lombardo, ma di Roma. Ha ancora il tono di voce energico e gioviale tipico degli abitanti della capitale italiana nonostante i dieci anni passati a Zurigo e questo è subito evidente quando si rivolge al cameriere (italiano), ordinando un bicchiere di vino siciliano e pasta alla carbonara.
Non gli era andata così male dopo gli studi di giurisprudenza, racconta. Una volta ottenuto il diploma aveva infatti cominciato a lavorare in Italia presso la società di consulenza finanziaria Ernst & Young. Era solo che i suoi colleghi in altri Paesi guadagnavano cinque volte di più, dice. E poi c’era la fastidiosa sensazione di non poter sfruttare tutto il suo potenziale e, anche se ci fosse riuscito, questo sarebbe successo al rallentatore, dopo enormi sforzi, delusioni e compromessi. Aveva paura di passare la vita nell’incertezza. “Qui, sono diventato vice amministratore nel giro di due anni. In Italia, non avrei potuto neanche sognarmelo”.
Anche Elena Osto dice che avrebbe potuto lavorare e fare carriera presso l’università in Veneto dove ha studiato, ma avrebbe dovuto creare da sé le condizioni per la ricerca sperimentale e la coltura cellulare, quando a Zurigo ha trovato già la situazione ideale.
Sulla parete del laboratorio di Schlieren, dove conduce esperimenti e supervisiona gli studenti, è appesa una targa che celebra l’ultimo progetto del suo team, finanziato dal Fondo nazionale svizzero per la ricerca scientifica.
Il lavoro, che si è concentrato sull’influenza dell’acido biliare sull’equilibrio del metabolismo e la salute cardiovascolare, è stato insignito del premio internazionale “Young investigator Award”, indica una placchetta a forma di stella.
Una presenza più alta di quanto indichino le statistiche
Le principali ragioni della nuova immigrazione italiana sono la crisi finanziaria e quella dell’eurozona, nel 2008 e nel 2011, che hanno colpito l’Italia più duramente di tutti gli altri paesi europei, con l’eccezione della Grecia. Attualmente il Pil pro capite dell’Italia è inferiore rispetto al periodo precedente alla crisi. Nel 2019, la crescita economica è stata minima e la disoccupazione giovanile del 30% è il doppio rispetto alla media UE. “Molti giovani in Italia sono disperati”, osserva Alessandro Tulli
Secondo i dati della Segreteria di Stato della migrazione (Sem), gli italiani nel cantone Zurigo rappresentano la seconda comunità straniera dopo quella tedesca. Ma è il gruppo che è cresciuto di più negli ultimi due anni. Bisogna considerare, inoltre, che la presenza italiana è molto più elevata di quanto mostrino i dati, poiché chi ottiene la cittadinanza svizzera o chi ha la doppia cittadinanza, ad esempio molti italiani di seconda generazione, non rientra nelle statistiche.
Secondo la Sem, gli italiani sono comunque la comunità straniera più rappresentata in Svizzera, con circa 320’000 persone. Se si guarda al registro dell’Ambasciata di Italia a Berna, che considera anche chi ha la doppia nazionalità, si contano oltre 650’000 persone.
“Lascia perdere”
Angela Bonato (28 anni) dopo gli studi in microbiologia all’Università di Padova ha lavorato senza paga per sei mesi in un laboratorio. La sua speranza di ottenere una borsa di studio per la tesi di dottorato non si è realizzata. Quando ha voluto partecipare al concorso per conseguirla, seguendo una procedura che avrebbe dovuto essere trasparente e “pulita”, un impiegato dell’Università le ha detto: “Lascia perdere, le borse sono già state assegnate, concorso o meno”. Adesso sta svolgendo il suo dottorato al Politecnico di Zurigo (ETHZ).
Il marito, Giovanni Spitale (32 anni), ha studiato filosofia in Italia e non ha trovato lavoro, anche se la sua tesi è stata pubblicata da una prestigiosa casa editrice ed è utilizzata come strumento didattico universitario. Oggi, è ricercatore in bioetica all’Università di Zurigo.
La coppia è seduta a un tavolo vicino all’entrata dell’Ethz. Tutt’e due rispondono velocemente e con precisione alle domande, sia che riguardino il loro percorso o le lacune dell’Italia. Provano molta rabbia nei confronti del governo e della burocrazia italiana, dice Bonato, per l’inutile pignoleria, l’impenetrabilità, la confusione. E anche per la mentalità di molti compatrioti: “Questo modo di avanzare con sotterfugi o grazie alle amicizie o alle parentele … Quel modo di essere pronti a barare un po’, a infilarsi davanti agli altri” – aspetti che naturalmente, interviene il marito, sono anche una conseguenza del sistema.
Perlomeno, questo aiuta i giovani a sviluppare una certa agilità intellettuale e una capacità di adattamento utile anche all’estero.
“Siamo contenti di aver ottenuto tutti e due un posto di ricercatore qui a Zurigo e di non dover quindi avere una relazione a distanza”, dice Spitale.
Più professori e docenti all’Università e al Politecnico
Sollecitato dal Tages-Anzeiger, l’Ethz risponde: “Il numero di professori e collaboratori scientifici provenienti dall’Italia è cresciuto in modo eccezionale: 20% in più dal 2013 al 2018. Nello stesso periodo, il numero totale di queste posizioni è aumentato del 5%”. La tendenza è simile presso l’Università di Zurigo, dove negli ultimi tre anni il numero di professori italiani è aumentato del 26% e quello di assistenti del 16% (per un totale di 268 persone).
Quello che per Zurigo è un arricchimento scientifico, culturale ed economico, in Italia è considerato una minaccia per il futuro del Paese, la perdita di una forza lavoro dinamica e giovane. In altre parole: una “fuga di cervelli”.
Dal 2008, secondo i dati dell’Istat, l’Italia ha un saldo migratorio negativo di circa 420’000 persone. Due terzi degli emigrati hanno un diploma intermedio o superiore e la proporzione di detentori di una laurea universitaria è aumentata del 40% dal 2013 al 2017.
“È devastante per l’Italia, una vera catastrofe”, dice Toni Ricciardi, un italo-ginevrino ricercatore nell’ambito della migrazione che ha studiato all’Università di Napoli ed è quindi, a sua volta, “un cervello in fuga”.
Popolazione straniera nel cantone Zurigo
La popolazione di origine italiana nel cantone è aumentata venti volte di più di quanto abbia fatto quella di origine tedesca.
Paese | Numero di persone il 31.10.2019 | Variazione dal 1.1.2018 |
---|---|---|
Germania | 89.085 | +109 |
Italia | 56.342 | +2.168 |
Ex Jugoslavia | 55.501 | -389 |
Portogallo | 27.818 | -242 |
Spagna | 15.261 | +890 |